Questo è quello che ho ascoltato martedì.
"Mi sento perso,Lei era tutto per me,era il mio complemento oggetto,più della metà di me stesso"
Le ho ascoltate in religioso silenzio,parole in un attimo di "voglia di dire" di esternare la disperazione.
Rifletto in silenzio e penso,il complemento è direttamente collegato al verbo, senza uso di preposizioni,si dice anche espansione diretta,un estensione della sua persona,un apice indissolubile.
l'impressione che davano era che niente nessuno avrebbe potuto intromettersi fra loro,niente scalfiva quello che per ben 49 anni avevano costruito insieme.
Bello....penso
Niente,tranne la morte.
Li osservavo quando erano insieme,lui premuroso e attentissimo a tutte le sue necessità.
Lei sempre sorridente il perno della casa,non mancava proprio nulla,forse vi era fin troppo invece.
Davanti a tutta questa "fusione" ho quasi paura.
Che dire...mi piace quando "avverto" questa complicità profonda.
E' solito dire a tutti ora,mentre la gente cerca di confortarlo del suo dolore:
"non servivano le parole,mi capiva benissimo senza bisogno di dire nulla"
Quando s'incappa in coppie così,si è soliti dire:
" le famiglie di una volta...altri valori,molta più tolleranza,vorrei vederli dentro le mura di casa..."
Si capisce che anche per Loro le cose non saranno andate sempre diritte,ma hanno avuto la forza e la volontà di affrontare tutto insieme.
Ma a me piace pensare che Loro fossero al di sopra di tutto.
E che Sant'Agostino l'aiuti.
Non piangetemi se mi amate...
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